GIfelt

FELTRO ARTIGIANALE AD ACQUA


giovedì 28 gennaio 2010

Per Sofia

Sofia, la mia nipotina di 4 anni che fra poco andrò a trovare a Bologna, è una gran vanitosona. Ho pensato di portarle questa borsina ( copiata dal libro di Annette Quentin-Stoll: Filz Spiel Maro Verlag editore) che riempirò con rossetti, smalti, specchio e via dicendo.

La tracolla è il classico cordone.

Preparare dei salsicciotti possibilmente di calibro uguale (tastare con le mani) e disporli, uno alla volta sullo stuoino.

Avendo cura di lasciare asciutte le estremità, bagnarli con acqua bollente saponata e rollarli nello stuoino.

Unire le estremità e rollarle fino ad ottenere il cordone della lunghezza voluta. Disegnare la sagoma della borsa sulla plastica a bolle e ricoprirla con due strati di lana( io ho usato la bergschaf), sporgendo leggermente dai bordi. Dopo aver bagnato e massaggiato la superficie aiutandosi con un altro telo di plastica a bolle, disporre all'altezza voluta il cordone e massaggiare con acqua e sapone le estremità fino a che le fibbre non si uniscano le une alle altre.Appoggiare la sagoma, precedentemente ritagliata nella plastica, sulla superficie e ripiegare all'interno i bordi.Ricoprire quest'altro lato con altri due strati di lana.Bagnare, massaggiare, rivoltare e ripiegare i bordi.Ricoprire il tutto con il secondo telo di plastica a bolle , arrotolare, avvolgere in un asciugamano e rollare per un centinaio di volte (400 in tutto) lungo tutte e quattro le direzioni.Con le forbici operare un taglio all'interno della borsa sulla faccia interna.dal quale si estrarrà la sagoma.Ritagliare poi le zampete palmate.Adesso si deve arrotolare la borsa nell'asciugamano soltanto, rollando ancora in tutte e quattro le direzioni ( una 50ina di volte per direzione), curando di staccare ad ogni passaggio le due facce della borsa infilando una mano all'interno.Per un migliore infeltrimento si può ripassare tutta la superficie massaggiandola direttamente con le mani , acqua calda e sapone.Dopo di chè risciacquare abbondantemente , strizzare e sbattere con violenza su di un asciugamano.Arrotolare in un asciugamano asciutto e rollare per provvedere ad una prima asciugatura.Ecco la borsa finita ma ancora bagnata.Ed eccola qui del tutto terminata , asciutta e pronta per la partenza.

Gabriella ed Esther

Due delle mie ultime allieve, Gabriella ed Esther, mi hanno mandato delle foto dei loro ultimi lavori.
Mi sembrano talmente belle che ve le vorrei mostrare.
Un gusto sicuro e raffinato, non vi pare?
Le borse sono di Esther, i monili di Gabriella.




mercoledì 27 gennaio 2010

Complimenti

Care amiche, sì, sì, mi rivolgo a voi che mi fate i complmenti, evidentemente non sapete cosa significa essere veramente delle brave feltraie! Se fate un giretto in internet scoprirete delle cose stupende, da restare a bocca aperta! Credo che non diventerò mai veramente brava! Mi riconosco un solo merito: quello di aver fatto conoscere il feltro nella mia zona dove era assolutamente sconosciuto e, contemporaneamente, aver destato interesse per l'apprendimento della tecnica dell'infeltrimento ad acqua.
Comunque vi ringrazio tanto per la vostra attenzione e sono felice di poter condividere con voi le mie passioni.

sabato 23 gennaio 2010

Lana " altamura"

Ho voluto sperimentare le lane autoctone, precisamente quella tipo "altamura" per vedere se si possono utilizzare nell'infeltrimento.
Sono partita da una lana , molto grassa, abbastanza pulita ma parzialmente cardata.

L'ho passata per altre due volte nella mia macchinetta cardatrice ed ho ottenuto un materassino come nella foto.

Con molta fatica, poichè la lana rimaneva molto rustica, con fibbre grosse e lunghe, sono riuscita a realizzare questo cappellino molto semplice, il classico da pastore, che con una botta all'apice ha assunto una forma più trendy,

e questa borsa dalla tracolla in yuta.

La borsa ha un'ampia tasca all'interno

e il bottone è un rametto tagliato a misura.

Tutto sommato sono abbastanza soddisfatta, non ci speravo proprio durante la lavorazione: mi sembrava che le fibbre non si sarebbero mai compattate.

Tra le autoctone mi piacerebbe trovarne un'altra specie di colore diverso per poter giocare un pò con le sfumature, ma temo che la "leccese" sia quasi uguale.

Vi racconterò il seguito.

domenica 10 gennaio 2010

Cappelli, cappelli, chi vuole cappelli?

Embè, che volete che vi dica? Sono proprio orgogliosa delle mie allieve! Guardate un pò cosa sono riuscite a fare oggi, quattro cappellini completamente diversi l'uno dall'altro che rispecchiano perfettamente la loro personalità e i loro gusti.
A mio parere sono state veramente brave, sia dal punto di vista creativo che da quello tecnico.
Al temine del lavoro, prima di andare via: Elena, Gabriella, Esther, Rita.
Cappelli e fiori, già, perchè, siccome sono anche state svelte, abbiamo fatto anche dei fiori con l'aiuto dei sassi.
Rita indossa orgogliosa il suo classico cappellino, semplice ma ben eseguito, intonato alla collana fatta da lei. La vulcanica Gabriella (poco fotogenica) è poco raffinata con la sua opera?Elena indossa con classe la sua originale creazione.Esther, con un copricapo che mette in risalto la sua faccetta spiritosa .Nessuno resiste alla tentazione di provare il cappellino di Esther .Questo merita un'attenzione particolare perchè nasce da un semplice cerchio sapientemente lavorato.
A metà mattina abbiamo avuto la gradita sorpresa di veder comparire Giulia (non aveva potito partecipare) con suo marito Antony che hanno voluto condividere con noi per pochi minuti la festa del loro 25mo di matrimonio!
A mezzogiorno non poteva mancare il pranzo di Tonino!
Evviva ragazze, alla prossima!